Suzy Solidor, figlia di una ragazza madre francese, a 30 anni divenne una stella del cabaret parigini. Caschetto biondo, abiti eleganti che enfatizzavano le curve del suo corpo e voce roca, posò per artisti come Pablo Picasso, Jean Cocteau, Francis Bacon, Man Ray, Francis Picabia, per citare pochi esempi. Ma soprattutto venne ritratta da Tamara de Lempicka, l’artista polacca di cui fu anche l’amante e che la ritrasse nuda nel dipinto del 1933 che la rese immortale.
La sua personalità eclettica, anticonformista, la sua ostentata omosessualità, la resero la stella del night club che aprì, diventando il punto di incontro di moltissimi artisti dell’effervescente scena culturale parigina degli Anni Trenta. Addirittura lei stessa scrisse libri e canzoni che poi recitava all’interno del suo locale.
La sua sessualità apertamente lesbica aggiungeva poi note proibite a quel suo travolgente successo. Successo che la portò a recitare nel 1936 anche in un film importante come La Garçonne, accanto a Edith Piaf.
Dopo il 1945, dopo la guerra e l’accusa di collaborazionismo, Solidor, la cantante e cabarettista francese, si trasferì in America, ma volle trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel sud della Francia a Cagnes-Sur-Mer.